L’infiammazione cronica e l’ossidoriduzione sono strettamente legati. Il sistema di ossidoriduzione, o Redox, è presente sia in natura ( vedi la ruggine del ferro) sia nel nostro organismo e consiste in uno scambio di cariche elettriche (elettroni) sia a livello cellulare sia nell’intero organismo. Si possono così distinguere due situazioni: una di ossidazione e una di riduzione. La prima è il risultato dell’attività cellulare con la conseguente produzione di sostanze nocive, mentre la seconda con le sue reazioni biochimiche ripristina la normalità fisiologica.
L’ossidoriduzione è una componente normale della produzione di energia, che avviene nei mitocondri (centrali energetiche delle cellule) e della difesa contro i radicali liberi. I radicali liberi sono prodotti naturalmente dal corpo e, in piccole quantità, svolgono anche funzioni immunitarie e metaboliche indispensabili. Un loro eccesso provoca stress ossidativo con danni a cellule, DNA, proteine e membrane cellulari, contribuendo all’invecchiamento e allo sviluppo di malattie come tumori, malattie cardiovascolari e neurodegenerative.
Lo stress ossidativo è dannoso ed è favorito da stili di vita non sani come sovraccarico di stress, tabagismo, alcolismo, eccesso o carenza di attività fisica. L’infiammazione cronica favorisce ulteriormente lo stato di ossidazione e le cellule sviluppano meccanismi di difesa. Più siamo ossidati più siamo infiammati e questo aumenta il rischio di malattie degenerative come il Parkinson, L’Alzheimer, le malattie autoimmuni e altre patologie.
Questo processo è attivo sin dalla nascita e con il passare degli anni tende a prevalere lo stato di ossidazione, specialmente a causa dello stile di vita con comportamenti poco salutari.
L’infiammazione cronica stessa, favorita da stress, abusi alimentari con conseguente obesità, virus, vaccini (in soggetti particolarmente sensibili), causa un sovraccarico delle cellule, portando all’esaurimento dei fattori di protezione.
Nel tempo, le cellule danneggiate sono sempre in maggior numero con alterazione del DNA e delle proteine. Tutto questo può portare alla morte cellulare. Viene influenzata la capacità del corpo di reagire rendendo l’organismo sempre più debole, quindi maggiormente soggetto a malattie e ad un calo fisiologico delle sue funzioni sia mentali che fisiche. Questo processo corrisponde all’invecchiamento.
Ognuno, in base al proprio patrimonio genetico, alle terapie assunte e al modo di vivere, ha la capacità di reagire a questa situazione. Per questo motivo talvolta vediamo giovani che sembrano e reagiscono da vecchi e persone anziane che mantengono un aspetto e una vitalità sorprendente.
Possiamo aiutare il nostro organismo ad affrontare queste sfide assumendo degli antiossidanti naturali (frutta, verdura, cereali integrali) e acidi grassi essenziali (omega-3). Integratori come vitamina C, selenio, zinco, vitamina E, magnesio, vitamina B, omega-3 possono offrire benefici. Per affrontare questa situazione ritengo il glutatione una sostanza fondamentale, ma di questo parlerò in un capitolo a parte. È sempre consigliabile consultare un medico prima di iniziare qualsiasi terapia e evitare il fai-da-te.
È importante evitare semplificazioni: non esiste una cura universale “antiossidante” e la ricerca sui dosaggi e sulle terapie va considerata caso per caso. Ognuno, in base al proprio patrimonio genetico, alle terapie in corso, al proprio stile di vita, alle malattie intercorse può influire sulla quantità di stress ossidativo e sull’infiammazione. La consapevolezza, una dieta equilibrata, attività fisica regolare, gestione dello stress e consulti medici mirati sono strumenti utili per mantenere una qualità di vita sana e attiva.
Questa difficile e lunga digressione e tutto quanto detto finora negli altri miei interventi è strettamente legato a questa condizione del nostro corpo. Lo scopo di questi approfondimenti è di rendere le persone consapevoli che si può e si deve cercare di arrivare alla fine della vita nel modo più sano e attivo possibile.
